Trigger point

Il dolore da trigger point è un dolore continuo che crea molta sofferenza.

 

Si definisce come un’area localizzata, altamente irritabile, di peculiare dolorabilità, di una banda contratta di un muscolo scheletrico, situata nel tessuto muscolare e/o nella sua fascia e/o nei tendini. Le dimensioni di un nodulo di trigger point variano in rapporto con le dimensioni, la forma e il tipo di muscolo in cui si è sviluppato. Può dar vita a caratteristici dolori proiettati, a dolenzia alla palpazione ed a fenomeni autonomici.

È importante distinguerlo dal Tender Point (tpl), silente dal punto di vista del dolore ma causa di limitazioni del movimento e debolezza del muscolo colpito. Può restare sempre silente o attivarsi con qualsiasi causa facilitante: stiramenti, fatica, freddo.

I TP miofasciali si sviluppano nei sarcomeri caratterizzati da eccesso di attività (sovraccarico acuto o cronico) Il mantenimento della contrazione del sarcomero porta ad una mancata ricaptazione degli CA++ all’interno del reticolo sarcoplasmatico con aumento del normale rifornimento di ATP.

Ne consegue:

- vasocostrizione locale con ischemia locale

- aumento dei rilascio di acetilcolina da parte della terminazione nervosa

- accorciamento e contrattura permanente del sarcomero

Ne consegue che l’ischemia locale muscolare stimola il rilascio di mediatori algogeni (prostaglandine, istamina, chinine) che sensibilizzano le fibre nervose afferenti al muscolo. Queste fibre sensibilizzate spiegano la dolorabilità locale dei TP.

I mediatori algogeni stimolano il sistema nervoso autonomo a secernere più acetilcolina.

Sintomi

  • Dolore proiettato di solito con topografia comune ma con molte eccezioni soggettive.

  • Attivazione con sovraccarico, affaticamento, trauma diretto, freddo.

  • Attivazione anche indiretta: da altri trigger, viscerale, da artrosi, da emozioni, ecc.

  • Irritabilità variabile secondo ora/giorno al superamento della soglia di stress.

  • Irritabilità che sopravviene al raggiungimento di una soglia di latenza: es. lasciare un muscolo in posizione accorciata troppo a lungo

  • Sintomi che durano a lungo dopo l'evento precipitante. “Dopo un trauma la maggior parte dei tessuti guarisce, ma i muscoli “imparano” ad evitare il dolore. I TP attivi si “abituano a controllarsi” limitando così il movimento di quel muscolo. Un TP attivo torna latente, il dolore sparisce ma subentra una progressiva fase disfunzionale fino alla fase distrofica.

  • Fattori concomitanti: vasocostrizione locale, disturbi dell'equilibrio, tinnito, alterata percezione del peso

  • Rigidità e debolezza dei muscoli coinvolti.

Caratteristiche cliniche

  • Limitata ampiezza del movimento che peggiora al risveglio mattutino o in seguito a periodi di inattività;

  • Debolezza lamentata dal paziente per l’esecuzione di determinati movimenti

Cosa molto importante, è ricordarsi che Il muscolo impara a limitare la forza della sua contrazione al di sotto della soglia del TP

Un corretto esame obiettivo può portare alla ricostruzione dell’evento o del gesto dannoso. L'esame del paziente va fatto osservando la postura, i movimenti, la struttura, la simmetria e le linee di tensione. Si valutano quali muscoli o catene sono in posizione accorciata. L'esame manuale, mediante palpazione, si farà andando nella direzione delle fibre e ricercando la bandelletta contratta.

Il trattamento fisioterapico è volto a stirare le fibre coinvolte, passivamente, mentre il paziente compie un movimento specifico indicato dal fisioterapista. L'educazione del paziente, riguardo al corretto movimento da eseguire, è fondamentale per la percezione del corpo e di “cosa fare” .

Al paziente si deve insegnare

1. Come respirare. Nessun diaframma contratturato permetterà una normalizzazione delle strutture;

2. Come “spegnere” l'unità motoria. Il Training autogeno è il sistema più conosciuto ma anche solo riuscire a far sperimentare una sola volta la differenza fra parte libera e rilassata e parte contratta porta ad una profonda consapevolezza fisica e non solo mentale;

3. Educazione al gesto, alle posture, ai rimedi: questa fase, intuitiva in ogni terapista consiste nel consigliare cuscini, materassi, supporti, movimento, attività, ecc.

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