La Postura
Cosa si intende per postura?
La si può intendere come la posizione del corpo nello spazio e la relazione spaziale tra i segmenti scheletrici, il cui fine è il mantenimento dell’equilibrio, sia in condizioni statiche che dinamiche;
È pur vero che deve essere considerata come un aspetto prettamente individuale, collegato oltre che a fattori anatomici, anche a fattori funzionali, nonché ad eventuali patologie ereditarie o acquisite;
In sintesi, per postura si potrebbe intendere quel particolare atteggiamento di base per attività funzionali, come espressione di adattamento all’ambiente, in vista di determinate finalità motorie;
È possibile sostenere che non esiste una postura ideale in quanto, dato che le posture abituali sono praticamente infinite, ad ogni individuo spetterà la sua postura.
Che funzione hanno i muscoli nel mantenimento della postura?
Secondo la legge dell’innervazione reciproca di Sherrington mentre un muscolo si contrae, esso determina contemporaneamente nel suo antagonista, per riflesso, una riduzione del tono;
Prendono vita le sinergie muscolari che sono la base di tutte le manifestazioni di movimento volontario, riflesso e automatico. Ne risulta che si completano vicendevolmente qualunque sia la postura ottenuta.
La postura dinamica (movimento) trasforma la postura statica (atteggiamento) in manifestazioni di motricità in relazione all’ambiente esterno. Pertanto, oltre alla funzione antigravitaria, vi è soprattutto quella di attivazione del sistema neuromuscolare che presiede al movimento.
Perché si parla di riflessi posturali nel movimento volontario?
I riflessi posturali controllano e regolano le variazioni del tono muscolare. Possono essere:
· Locali regolano il tono basale del muscolo;
· Segmentari regolano il tono di un segmento adiacente;
· Globali regolano, senza l’intervento della volontà, gli stimoli sensitivi provenienti da muscoli ed articolazioni tenendo conto degli stimoli labirintici responsabili dell’equilibrio;
· Raddrizzamento intesi come riflessi globali di postura che intervengono per regolare e correggere i rapporti del corpo con lo spazio quando vengono superati i limiti di sicurezza.
Quali aspetti interpretativi ci aiutano a comprendere e studiare la postura?
Psicosomatico
Le tensioni muscolari, rappresentando il principale strumento di difesa dell’Io, creando un modellamento dell’atteggiamento posturale nel suo insieme;
L’aumento del tono basale, come meccanismo di difesa, associato ad uno stato di eccessiva tensione muscolare su base emozionale, può evolvere in una problematica biomeccanica;
Dobbiamo sempre ricordare che la struttura muscolare evidenzia la storia muscolare dell’individuo.
Neurologico
Il sistema tonico posturale, regolatore del tono posturale, è un sistema molto complesso che integra le informazioni in entrata, provenienti dai recettori della postura (piede, occhio, apparato stomatognatico, muscolo-scheletrico, cute, ecc…) e l’output, ovvero il tono muscolare;
Bisognerebbe immaginare i centri corticali che individuano gli obiettivi statici o dinamici, e i centri sottocorticali che attuano le strategie esecutive, rispettivamente come il “cosa” ed il “come, tenendo ben presente che “il cosa” è sempre prioritario sul “come”;
Fondamentalmente, il corpo umano, mediante i meccanismi fisiologici, funzionali e passando per i riflessi antalgici a posteriori e priori, attua dei sistemi protettivi, mediante i centri sottocorticali, che si attivano per garantire la funzione in quel dato momento sacrificando le future ulteriori alterazioni che ne conseguiranno.
Biomeccanico
Questo modello analizza le modalità con cui il sistema muscolo-scheletrico si organizza nella statica dove gli squilibri posturali si evidenziano con la perdita della fisiologica sequenza articolare, e nella dinamica con l’impossibilità di effettuare il movimento utilizzando al meglio le forze muscolari;
Per garantire la corretta postura e sua organizzazione nello spazio, è necessario che le forze siano bilanciate. Il bilanciamento a bassa intensità (tono muscolare) garantisce una buona stabilità e mobilità articolare, quello ad alta intensità richiede una maggiore quantità di energia con maggiori disarmonie e sollecitazioni;
In presenza di un disequilibrio a favore delle forze muscolari dominanti, vi sarà la ri-organizzazione di un nuovo equilibrio adattivo con conseguente limitazione de movimenti articolari, o ancor più grave, l’attivazione di altre articolazioni fisiologicamente non corrette al fine di effettuare quel dato movimento.