Lombalgia

Con il termine lombalgia (in inglese low back pain – LBP) si definisce una sintomatologia dolorosa

limitata alla regione posteriore della colonna vertebrale, nel tratto compreso tra il margine costale

e la piega glutea inferiore, con o senza coinvolgimento della parte posteriore degli arti inferiori, di

durata ed intensità variabili.

La lombalgia rappresenta una delle cause principali di disabilità ed astensione dal lavoro nel

mondo odierno, interferendo negativamente sulla qualità di vita dei soggetti che ne soffrono, e

circa l’80 % della popolazione va incontro ad almeno un episodio di lombalgia nel corso della sua

vita.

Una minoranza di casi di lombalgia si deve a meccanismi fisiopatologici specifici, come traumi,

osteoporosi con fratture vertebrali, spondilite anchilosante, infezioni o tumori e metastasi, in circa

il 10 % dei casi.

Nella maggior parte dei casi, però, si tratta di lombalgia non specifica, in quanto non direttamente

attribuibile ad una determinata patologia; nella pratica clinica, così come in letteratura, la

lombalgia non specifica viene classificata in base alla durata dei sintomi: - lombalgia acuta, qualora

persistesse per meno di sei settimane; - lombalgia sub-acuta, qualora persistesse tra le sei

settimane e i tre mesi; - lombalgia cronica, qualora persistesse per più di tre mesi; - lombalgia

ricorrente.

Dopo un anno dal primo episodio di lombalgia circa il 62 % dei soggetti manifesta altri episodi di

dolore e per questo motivo la prevenzione primaria (del primo attacco) e secondaria (diagnosi

precoce) sono difficilmente praticabili, rendendo però efficace la prevenzione terziaria, cioè un

trattamento in grado di prevenire la ricorrenza degli attacchi, l’invalidità lavorativa e migliorare la

qualità di vita.

Per la presa in carico e il trattamento di soggetti affetti da lombalgia è necessario un esame

obiettivo con questionari di screening.

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Lombalgia: fattori di rischio

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Il nervo vago